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GLI SGUARDI DI ALBINO
Ultimo aggiornamento: 15 dicembre 2025, 14:48
Franco Innocenti: quarant’anni di ricerca e territorio

Franco Innocenti, classe 1947, ha trascorso la sua vita professionale nel settore tessile, ma accanto al lavoro ha coltivato per oltre quarant’anni una passione profonda: la ricerca storica.
Il suo percorso inizia nel 1989 con la pubblicazione del primo libro, dedicato a Piazzo e alla salvaguardia di quel territorio a cui è sempre rimasto legato. L’opera, uscita per la Biblioteca di Albino, ottiene una ristampa nel 1995, segno dell’interesse suscitato nella comunità.
Negli anni che seguono, Franco diventa una presenza costante nel mensile dell’Amministrazione comunale e nelle iniziative culturali della biblioteca, per le quali scrive articoli e saggi riguardanti vari aspetti della storia albinese.
Sempre per il Comune contribuisce alla Storia delle terre di Albino (1996) e, più tardi, allo studio dedicato alla chiesa di San Bartolomeo (2012), riprendendo parte della sua tesi universitaria sugli affreschi antiebraici presenti nell’edificio.
La sua curiosità e il suo rigore lo portano nel 2002 a realizzare per la Comunità Montana Valle Seriana uno studio approfondito sulla castanicoltura locale.
Negli anni 2016 e 2023 trova poi spazio nei “Quaderni di Archivio Bergamasco” con due saggi che esplorano le figure di Maffiolo da Cazzano e Giovanni Marinoni e la presenza ebraica nel territorio bergamasco tra Quattro e Cinquecento, inoltre ha trattato dei viaggi di Leone Nani, missionario e fotografo albinese relativamente alla sua corrispondenza dalla Cina.
Da segnalare la pubblicazione del volume “Vita di una valle” (1994), e una lunga serie di lavori (nove pubblicazioni tra il 2010 e il 2022), spesso in collaborazione con altri volontari, dedicate al Museo Etnografico della Torre di Comenduno, fondato nel 1989 su iniziativa di cittadini albinesi riuniti in una associazione di volontariato, fra i quali lui che ancora oggi lo vede alla direzione con immutata passione ed entusiamo: https://museotorrecomenduno.
it/.
Il Museo Etnografico della Torre documenta la vita della media e bassa Valle Seriana dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta del Novecento e accoglie soprattutto studenti e visitatori.
Oltre a esporre centinaia di reperti donati dalla popolazione, conserva testimonianze orali, video realizzati dai soci e cura un orto didattico dove i ragazzi imparano a coltivare granoturco e patate e, nella cantina del museo,
producono vino pigiando l’uva con i piedi secondo la tradizione.
Ogni anno le mostre temporanee offrono nuovi spunti e riportano alla luce materiali custoditi nei magazzini, arricchendo l’esperienza dei visitatori e contribuendo alla valorizzazione della memoria locale.
Il futuro del museo si annuncia promettente: il Comune di Albino si appresta infatti a restaurare Villa Briolini – Regina Pacis, sede dell’Istituzione, ampliando gli spazi a sua disposizione.
A questo si unisce l’arrivo di nuovi volontari, pieni di entusiasmo e idee, che si affiancano ai soci storici.
Un insieme di energie che lascia intravedere un museo vitale, capace di continuare a raccontare il territorio e offrire nuove opportunità culturali alla comunità.
Tra le realtà collegate al museo figura anche il Maglio Calvi, un’antica officina di proprietà privata, oggi parte integrante dei percorsi di visita.