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GLI SGUARDI DI ALBINO
Ultimo aggiornamento: 15 dicembre 2025, 12:30
Rita Gotti: Un cuore al servizio della comunità

Rita Gotti nasce ad Abbazia nel 1940, in un tempo in cui la vita era semplice, fatta di cose essenziali e valori profondi. Cresce in questa piccola frazione del nostro Comune, tra le mura familiari e le prime esperienze comunitarie, respirando fin da giovane l’amore per il servizio, la fede e l’impegno silenzioso ma costante.
A 21 anni si sposa. A 22 Rita è già mamma e per seguire il marito Annibale, che lavora come frontaliere a Brissago in Svizzera, si trasferisce a Canobbio dove resterà per 36 anni, fino a che nel 1998, insieme ai figli, fa ritorno ad Abbazia.
È un ritorno atteso, desiderato, quasi un nuovo inizio. La famiglia si stabilisce definitivamente, costruendo casa e tornando a essere parte viva del tessuto comunitario. Da quel momento diventa una presenza costante e preziosa per la Parrocchia, per l’Oratorio, per ogni angolo del suo paese che abbia bisogno di una mano, di uno sguardo attento, di una parola gentile.
Aveva già fatto esperienza come catechista in gioventù, ma è nella maturità che il suo impegno si moltiplica. Rita è una colonna silenziosa ma fondamentale dell’Oratorio: apre, chiude, pulisce, gestisce il bar, serve le bibite, controlla che tutto sia in ordine, che ogni cosa sia al suo posto. Nulla sfugge al suo sguardo vigile, sempre guidato da un profondo senso del dovere e del rispetto per i luoghi che rappresentano il cuore della Comunità.
Per lunghissimi anni, con umiltà e precisione, ha lavato e stirato i paramenti parrocchiali, curando ogni dettaglio, sapendo che anche quei gesti nascosti sono una forma di preghiera. Ha pulito con amore la chiesa di Abbazia, ma anche quella della Tribulina, a cui è particolarmente legata. In ogni spazio sacro, in ogni angolo di silenzio, c’è traccia del suo passaggio discreto.
Ha accompagnato nel tempo tanti parroci: da Don Giuseppe a Mons. Nicoli, Don Dario, Don Filippo fino a Don Claudio, offrendo sempre una collaborazione attenta, rispettosa e generosa, senza mai cercare visibilità o riconoscimenti.
La sua forza è stata il servizio umile, il “fare” quotidiano che costruisce comunità.
Non sono mancate nemmeno le occasioni di festa, dove Rita si è sempre distinta per la sua cura meticolosa nel sistemare e organizzare tavoli, panche, tovaglie, stoviglie: ogni cosa era sempre pronta, pulita, in ordine, grazie a quel suo modo di esserci, preciso e sorridente.
Col passare del tempo, anche per lei è arrivato il dolore della perdita: la scomparsa del suo amato Annibale segna un momento di grande tristezza.
Rita, pur non potendo più garantire lo stesso impegno fisico di un tempo, rimane presente, sempre pronta a dare una parola buona, un consiglio.
Oggi tutti ad Abbazia la conoscono. I bambini che un tempo correvano all’Oratorio ora sono adulti e, quando la incontrano per strada o nei luoghi della Comunità, le rivolgono un sorriso riconoscente.
Rita ha il dono di rispondere con affetto, di ricordare tutti, di essere ancora, anche senza volerlo, una guida e un esempio.