Descrizione
Descrizione Morfologica
Nel grafico si vede il perimetro del castello e gli edifici in esso presenti rilevati dal Catasto austroungarico. Secondo i documenti relativi alla confisca dell’immobile, la parte orientale corrispondeva all’antica residenza signorile (casa Caleppia) con le sue pertinenze; in particolare, è probabile che l’edificio più grosso sia da identificare con il palazzo (A), testimoniato già nel 1205 e fatto oggetto in seguito di molte modifiche.
Già nel Trecento il castello è descritto come comprendente il brolo (D) occupato da terre coltivate, cioè l’area ad ovest del palazzo. È possibile che questa ampia area libera sia stata creata con la demolizione di altri edifici racchiusi nel muro di cinta, o che fosse fin dall’origine predisposta per accogliere la popolazione in caso di emergenza.
Lungo il muro di cinta erano collocate anche due torri: una più grande (C), a pianta quasi quadrata, alta almeno quattro piani, ed una più piccola (E), rotonda, lungo il lato meridionale. In prossimità della torre maggiore vi era anche l’accesso alla fortezza, prospicente l’abitato. All’interno del recinto si trova infine la chiesa di S. Stefano (B), documentata dal 1292.
Descrizione Storica
Il castello del vescovo era situato nell’area oggi occupata dal piazzale dei Caduti e dall’isolato a est di questo, su un piccolo dosso all’estremità meridionale del nucleo abitato più antico, lambito sul lato occidentale dalle acque del Rio Re. Tale collocazione permetteva il controllo della strada maestra della Valle Seriana, sulla quale nel corso del Medioevo si sviluppò il borgo, che costituì l’altro nucleo storico dell’abitato di Albino. Nel Trecento, quando ormai tutti i diritti del Vescovado sul territorio di Albino erano alienati al Comune, da questo era regolarmente escluso il castello, usato ancora saltuariamente dal signore ed affittato per brevi periodi a privati per la coltivazione del brolo. La chiesa era originariamente titolata San Daniele, solo nel corso del Quattrocento diviene chiesa di Santo Stefano. La torre, così come la chiesa furono acquistati nel 1810 per abbatterli e ricavarne pietrame per la costruzione dell’attuale chiesa di S. Giuliano. Il complesso, ne restava una torre mozza e le mura, è stato completamente demolito nel 1919 per far posto all’attuale piazzale dei Caduti ed alla Scuola Elementare.
Elementi significativi
I pochi resti delle costruzioni del castello ancora visibili sono: il cantone dell’edificio posto nella zona nord-ovest del complesso e una colonna con capitello a foglie del principio del XV secolo (via Matteotti 7-9).
Bibliografia
AA.VV., Storia delle terre di Albino: dalle origini al 1945, vol. 1 Le età, a cura di Alberto Belotti, Orazio Bravi e Pier Maria Soglian, Brescia, Grafo, 1996
AA.VV., Albino notizie d'ambiente ad uso degli scolari del comune di Albino, a cura degli autori e a beneficio del patronato scolastico di Albino, 1959
Nostra res publica albinensis: valle, comuni e contrade nel Medio Evo, a cura di Pier Maria Soglian, Albino, Biblioteca comunale, 1991
Modalità d'accesso
II piazzale dei Caduti è privo di barriere architettoniche. Accesso gratuito.